lunedì 10 giugno 2013

Cos'è il test TECO e cosa ne pensiamo



Cosa sono i test TECO?
I TEst sulle COmpetenze (TECO) rappresentano una modalità per misurare le soft skill, ovvero quelle competenze che possono essere innate o apprese nel tempo da un individuo.
 In seguito all’approvazione del decreto legislativo 19 del 27 gennaio 2012 (AVA), è stata avviata la somministrazione di questo test agli studenti di alcuni degli atenei italiani che hanno aderito al progetto. Tale somministrazione rappresenterà, a partire dal gennaio 2014, uno degli indicatori sulla base dei quali verrà erogato il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO). Infatti, l’ANVUR stabilisce che l’utilizzo di questi test diventerà criterio di erogazione del FFO, ma solo se, dopo la fase di somministrazione preliminare il test TECO potrà essere considerato uno strumento valido ed attendibile per misurare la qualità delle soft skill degli studenti.

Cosa sono le soft skill?
Le soft skill sono delle “competenze trasversali”, ovvero quelle capacità che raggruppano le qualità personali, l’atteggiamento in ambito lavorativo e le conoscenze nel campo delle relazioni interpersonali; tali competenze possono essere innate e/o apprese grazie al contesto.  Esse rappresentano un importante bagaglio personale di capacità e caratteristiche che consentono all’individuo di muoversi nel contesto di appartenenza nel miglior modo possibile, al di là delle proprie capacità e conoscenze tecniche derivanti dallo studio delle varie discipline.
In particolare, le tre caratteristiche che il TECO misura sono il ragionamento analitico, il problem solving e la comunicazione scritta. Il test in questione è stato costruito e validato scientificamente dal CLA (Council for Aid to Education’s Collegiate Learning Assessment).

A chi è indirizzato il test TECO?
Il decreto di legge prevede che i destinatari del test in questione siano gli studenti che sono prossimi al raggiungimento del diploma di laurea:

-Studenti su corso di laurea triennale:
1- al terzo anno di iscrizione di un corso di laurea triennale che abbiano completato tutti i cfu di base e caratterizzanti previsti dal proprio corso di studio, o gli studenti che abbiano completati tutti salvo i cfu di base e caratterizzanti che nel loro corso di studio sono offerti nel secondo semestre del 2013.
2- al quarto anno di iscrizione che abbiano completato tutti i cfu di base o caratterizzanti previsti dal loro corso di studio.

-Studenti su corsi di laurea a ciclo unico:
1- studenti al terzo anno di iscrizione per i corsi a ciclo unico che abbiano superato almeno 120 cfu di base e caratterizzanti previsti dal loro corso di studio;
2- studenti al quarto anno di iscrizione che abbiano superato almeno 120 cfu di base o caratterizzanti del loro corso di studio.

A fronte di questi criteri, il metodo usato per individuare gli studenti target della somministrazione non è il merito, bensì la prossimità al conseguimento della laurea.

L’utilità dei test TECO
Crediamo che la somministrazione in questione possa essere uno strumento prezioso per rendere consapevole il singolo studente sulla qualità delle proprie competenze trasversali, utili non solo nell’ambito accademico, ma anche nel futuro ambito lavorativo e nelle attività quotidiane.
Ovviamente ciò è possibile al netto di una restituzione comprensibile dei risultati ottenuti nel test.
La somministrazione in questione può risultare utile anche nell’organizzazione delle attività didattiche a coloro che le amministrano, in quanto anch’essi consapevoli dei reali bisogni di arricchimento degli studenti iscritti nei vari atenei. Si tratta quindi di uno strumento potenzialmente in grado di guidare la contestualizzazione del sapere in funzione delle caratteristiche utili al percorso accademico e di vita dello studente.


Perplessità
Ai sensi del decreto 19, nel caso in cui il test dovesse risultare uno strumento di valutazione utile, a partire dal 2014 gli atenei i cui studenti raggiungeranno risultati positivi o ottimi al test, riceveranno un bonus aggiuntivo al momento dell’erogazione del FFO. Ciò comporta che gli atenei con studenti con risultati meno soddisfacenti riceveranno minori fondi e di conseguenza, avranno minor possibilità di apportare modifiche funzionali al proprio assetto didattico e presumibilmente minor possibilità di garantire un arricchimento e un miglioramento del servizio erogato agli studenti.
Questa modalità di distribuzione del FFO ci trova perplessi in quanto tendente a incrementare il divario tra i diversi atenei italiani.
Dall’altra parte ci auspichiamo che questo procedimento possa rappresentare un incentivo per quegli atenei i cui studenti non dovessero raggiungere risultati positivi o ottimi, a prendere atto delle criticità nelle competenze valutate dal test TECO e a modificare e migliorare conseguentemente la formazione erogata ai propri studenti.

Cosa ne pensiamo in quanto studenti di psicologia?
Come studenti di psicologia riteniamo che sia quantomeno inappropriato argomentare l’inutilità di questo test sulla base della convinzione che non sia possibile misurare un costrutto come le soft skill attraverso uno strumento validato scientificamente. Crediamo che il dibattito riguardante il tema qui affrontato debba vertere sulle modalità di applicazione di questo test e sull’utilizzo dei risultati che da esso si evincono.
La valutazione delle soft skill è una pratica già da tempo presente nell’ambito della psicologia del lavoro, validata e impiegata nella valutazione psicologica delle risorse umane. Non possiamo quindi prescindere dal fatto che queste competenze e la loro valutazione rappresentano un fattore importante nella vita di ogni individuo che voglia primariamente sapersi relazionare con gli altri e con il contesto circostante e secondariamente intraprendere un qualsiasi tipo di percorso lavorativo.
Non vediamo l’utilità di privare gli studenti della possibilità di avere uno strumento in più in grado di guidare e migliorare il proprio percorso personale.

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